All’anagrafe, quando nasce a Washington nel 1939, Marvin Gaye è Marvin Pentz Gay Jr. In età adulta, stanco delle continue prese in giro, aggiunge una “e” al suo cognome. Non è stato l’unico problema della sua vita. Da giovanissimo comincia a cantare in un coro di chiesa, per sfuggire agli abusi psicologici del padre, Marvin Gay Sr., catechista della Church of God.
Marvin Gaye è stato un grande musicista, con un carattere tutt’altro che facile. Janis Hunter, sua moglie fino al 1982, anno in cui Gay pubblica il disco di maggior successo in carriera, Midnight Love, lo descrive come una persona a tratti violenta. Ricorda come una volta, preso da un raptus di gelosia, le puntò un coltello alla gola. Sembra inoltre che Marvin avesse tentato più volte il suicidio, che fosse paranoico e perennemente accompagnato dalle sue guardie del corpo.
Le sue manie di persecuzione erano probabilmente accentuate dalla “polvere bianca” di cui Gaye era dipendente. Per questo, nel 1983 andò a vivere a Los Angeles a casa dei suoi genitori. Lo scopo principale di quel ritorno era disintossicarsi dalla cocaina e nascondersi dai debitori. Ma le cose andarono diversamente.
Marvin Gaye, morte in famiglia
Marvin Gaye Sr. sparò due colpi di pistola in pieno petto al figlio, che il giorno dopo avrebbe compiuto 45 anni. A scatenare il gesto fu una banale lite, una discussione come tante altre. Ma verosimilmente la causa profonda era la complessa relazione tra i due. Il padre era geloso del successo di Marvin Gaye Jr. Ed era stanco del periodo di depressione, paranoia e dipendenza da droghe che suo figlio stava attraversando.
Era il 1° aprile 1984. Marvin Sr. stava urlando e insultando la moglie Alberta. La donna si trovava in camera del figlio e l’uomo la stava accusando di aver perso dei documenti importanti. Marvin Jr. si mise in mezzo ai due e spinse il padre fuori dalla stanza. Il litigio continuò furiosamente nella camera dei genitori, dove il figlio colpì violentemente il padre. A quel punto la madre si intromise dividendo i due e portò via Marvin Jr. Ma Marvin Sr. non lasciò impunito il gesto.
Pochi mesi prima Marvin Gaye aveva regalato al padre per Natale una Smith & Wesson calibro 38. Non avrebbe mai immaginato che quel regalo sarebbe diventato lo strumento della sua morte. Impugnata l’arma, Marvin Sr. tornò in camera di suo figlio e, senza esitare, gli sparò al petto da pochi metri. Non contento, lo fece una seconda volta. Trasportato in ospedale, i tentativi di rianimazione furono inutili. Marvin Gaye venne dichiarato morto due ore dopo gli spari, alle 13.01 di quel primo aprile che non era affatto uno scherzo.
Muore così uno dei più grandi interpreti della musica soul, ricordato per il suo celebre e duttile cantato in falsetto dietro il quale nascondeva le sue sofferenze interiori. Marvin Gaye è considerato uno degli artisti più importanti della sua era, grazie ai suoi testi di denuncia di soprusi e ingiustizie nei confronti degli afroamericani.
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